Nel contributo introduttivo se ne trova una sorta di bandolo critico, dettagliato e ragionato, con tutti gli apparati necessari a un corretto inquadramento socio-economico e storico-epigrafico del problema.

L’anagrafia e la toponimia dell’Ager Veleias, che costituiscono il capitolo centrale del volume, si basano sulle pochissime fonti letterarie e le pur numerose testimonianze iscritte del Veleiate che, come è ben noto agli specialisti, non permettono anche in questo caso di andare al di là di una plausibile e per quanto possibile omogenea raccolta e ricostruzione di dati (e di più o meno ipotizzabili, quanto spesso discutibili e discusse, localizzazioni topografiche moderne): strumento ineliminabile e prezioso, in ogni caso, nel “fare di un morto un vivo”, che è obiettivo primario dello storico.

Quanto alla bibliografia generale 1747-2005, richiesta e attesa fin dall’Ottocento, essa trova in questa sede la sua naturale e vitale collocazione di memoria autentica e parallela della ininterrotta, a volte spropositata ricerca ono - e toponomastica su Veleia e delle intriganti vicende del suo territorio nell’immaginario collettivo europeo (ma non solo...).