Nell’estate del 1944 la guerra sembrava volgere al termine. Gli Alleati avanzavano verso nord. La liberazione di Roma, il 4 giugno, faceva ben sperare, mentre nel frattempo le formazioni partigiane schierate sui monti dell’Appennino tosco-emiliano avevano liberato un’ampia fascia di territorio lungo le alte valli ed erano pronte ad accogliere gli Alleati in arrivo, per poi calare verso la Pianura Padana per l’ultima battaglia.

Alle soglie dell’inverno, però, l’avanzata alleata si arrestò lungo la cosiddetta Linea Gotica. I combattimenti sarebbero ripresi solo in primavera. Per gli abitanti delle regioni del Nord si prospettava un secondo inverno di guerra sotto l’occupazione tedesca, segnato dalle violenze dei fascisti repubblicani e dalla minaccia di nuovi bombardamenti alleati. Un inferno. Rastrellamenti, fame, freddo non piegarono la volontà dei patrioti attivi sui monti dell’Appennino parmense e nel movimento clandestino in pianura e nei centri abitati.

Con la primavera giunse la tanto desiderata Liberazione e la fine di quella guerra odiosa. Si apriva finalmente una stagione di libertà e di giustizia sociale, che avrebbe reso possibile la ricostruzione morale e materiale dell’Italia democratica e repubblicana.

Catalogo della mostra “Parma Liberata”, a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di parma, Parma, Palazzo del Governatore, 16 aprile-29 giugno 2025.

Testi di: Maddalena Arrighini, Giulia Cioci, Mariachiara Conti, Teresa Malice, Alessandra Mastrodonato, Rocco Melegari, Marco Minardi, Roberta Mira, Simona Salustri, Domenico Vitale

Appendice di: Paolo Giandebiaggi