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libri

I CAPANNONI A PARMA

Storie di persone e di città

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Un volume che illustra e narra per la prima volta la storia dei Capannoni
 
La parola “capannone”, nel gergo parmigiano, è piuttosto diffusa e utilizzata per lo più come sinonimo di rozzo e per definire quelle persone che fuoriescono dall’etichetta dei modi urbani, civili, beneducati. La parola trae origine dai caseggiati ultrapopolari costruiti tra il 1929 e il 1935  in zone fuori dal centro urbano: i Capannoni, appunto, così soprannominati per la loro grossolana forma a capanna. Qui, per molto tempo, sono regnati miseria e degrado e la città benpensante ha frequentemente guardato a questa zona con disprezzo e sospetto.
 
I Capannoni furono abbattuti dalle amministrazioni democratiche nel secondo dopoguerra, tra la fine degli anni Cinquanta e il 1970 quando, negli anni del miracolo economico e oltre, alle numerose famiglie che affollavano la Navetta, il Cornocchio, il Cristo, il Paullo o il Castelletto, furono destinate nuove e più dignitose case popolari.
 
Nonostante questa storia abbia segnato indelebilmente il Novecento parmigiano, fino a oggi nessuna ricerca o studio ne ha ricostruito accuratamente le tracce. Per questo il Centro Studi Movimenti di Parma e alcuni docenti dell’Unità di Architettura del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma – in collaborazione con l’Archivio storico comunale e l’Archivio di Stato di Parma – hanno realizzato questo importante studio.
Proprietà dell'articolo
creato:martedì 3 novembre 2020
modificato:martedì 3 novembre 2020