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Times New Roman, font che comparve per la prima volta sul quotidiano britannico “The Times” il 3 ottobre 1932: un vero caposaldo della stampa- Disponibile
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NUMERO 20: RIVOLUZIONI
La scrittura è un modo per liberarsi dai disordini che si creano nella propria mente. Qual è il modo migliore per farli uscire se non sollecitarlo a creare dentro di sè una rivoluzione?
- ISSN 1826-5367 80020
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- La luna di traverso
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Lo scrittore sente in continuazione la necessità di liberarsi da un grosso peso che nasce, lievita e cerca di uscire dalla propria testa, e la scrittura è un modo per liberarsi dai disordini che si creano nella propria mente. Qual è il modo migliore per farli uscire se non sollecitarlo a creare dentro di sè una rivoluzione, una via d’uscita da sensazioni di disagio? Da un precedente senso di caos, di vuoto, di smarrimento, si cerca con il processo rivoluzionario di arrivare ad un punto o un bivio o semplicemente ad un allineamento con ciò che ci circonda.
Abbiamo indotto lo scrittore a farsi delle domande ben precise e a darsi delle risposte, cercando con la scrittura di farlo liberare dai propri dubbi e di rivoluzionarlo. La risposta dello scrittore alla nostra proposta un po’ provocatoria è stata molto convincente. Predomina la voglia di ironizzare, di prendersi e prendere in giro, di beffare il lettore negli scritti di Goffredi, Saracca, Iannibelli e Vitali. Il comune senso di smarrimento e d’ansia percepito sotto diverse forme, invece, ce lo fanno leggere Marchetti, Filippini, Tinterri e Stradiotti.
Le rivoluzioni sono anche quelle scaturite da una serie di problematiche lavorative e relazionali, che ci danno lo stimolo per cambiare, per vedere in modo diverso o semplicemente per andare avanti e ci vengono illustrate da Soprani, Robusti, Porpora e Sangiorgi. L’inconfondibile Presti ancora una volta ci porta in giro per i vicoli bui e i luoghi più enigmatici di una città che questa volta trova nel viso di Budapest una risposta ad una rivoluzione che nasce da dentro, nell’io profondo.
La redazione ha scoperto di non aver cercato, né trovato, veri stili rivoluzionari nei nostri autori. Crediamo infatti che uno stile letterario che possa considerarsi rivoluzionario sia quello che induce chi legge ad una lettura profonda, attraverso cui entrare in conflitto o in relazione con ciò che viene proposto e narrato. Noi volevamo le idee. Ulteriore punto di forza di questo numero dedicato alle Rivoluzioni è il racconto d’autore Pecore in terra santa di Guia Risari, scrittrice e traduttrice che si occupa di letteratura dell’olocausto e della migrazione. Con la metafora delle pecore e della ricerca di un qualcosa che non è facilmente rintracciabile ad occhio nudo ma che va scoperto e scavato tra mille pietre uguali, ha voluto farci notare quanto le rivoluzioni possano nascere da un sentimento che ci viene indotto dall’esterno e non consapevolmente ricercato.
creato: | giovedì 4 giugno 2009 |
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modificato: | martedì 6 luglio 2010 |