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NUMERO 17: PROFUMO

  • ISSN 1826-5367
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  • La luna di traverso
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Un altro numero dedicato alle percezioni, o meglio alle ripercussioni – più o meno dirompenti – che provocano nella mente umana. Questa volta è di scena l’olfatto. za di zagara.

Anche questo bando andava interpretato nell’accezione più ampia del termine. Non solo olezzi e aromi, quindi, ma pure effluvi legati all’idea di sgradevolezza. Ci interessava, più che altro, verificare l’utilizzo dell’olfatto quale strumento di conoscenza del mondo, reale oppure fittizio. Una modalità di confronto con i dati esterni che prende spunto dalla mera sensazione corporea per finire in quei territori tanto più interessanti quanto più inesplorati.

A rompere il ghiaccio pensa Erika Morgagni, che ci parla di analisi del sangue dall’esito a dir poco singolare. Ne è venuta fuori una scrittura talmente ricca di echi e suggestioni, che nella consueta rubrica laboratorio abbiamo deciso di parlare proprio del suo racconto. Subito dopo, tocca ad Alfredo Goffredi, che ci propone una storia probabilmente ispirata ai racconti di Edgar Allan Poe. Non vi diciamo altro, per non togliervi il gusto e la sorpresa della lettura. Ubaldo Spina se la gioca tutta sul onologo di un tizio ghiotto di biscotti dal nome strano. Con lui, il profumo si fa metafora di una particolare condizione umana molto in voga di questi tempi. Gianandrea Caruso si confronta, invece, col mito del viaggio, affrontato con ironia e virtuosismo linguistico. Con il nostro affezionato Andrea Cirillo si cambia ulteriormente registro: c’è un legame tra profumo e editazione, tra aroma e magia dell’infanzia, tra anima e salvezza. L’io narrante di Pietro Iannibelli, ci rivela, con il consueto incanto linguistico che, spesso, un odore può essere la porta per nuovi e preferibili mondi. Mentre Marina Sangiorgi ritrae, con pochi ed efficaci schizzi, gli estremi cui può giungere una psiche saccheggiata dalla follia. Subito dopo, ecco il felice ritorno su queste pagine di Paolo Tanzi, capace di regalarci un noir felicemente tinto della solita pungente ironia. Al suo esordio assoluto su carta, Alberto Calorosi, di stanza a Berlino, ci elargisce una perla di saggezza condivisibile nella sua schietta sostanza. In chiusura, Adriano Marchetti ci racconta di un nonno alla prese con dolorosi ricordi, legati chiaramente a sensazioni olfattive.

Ai nomi appena passati in rassegna si unisce il parmigiano Daniele Cobianchi, che nello spazio dedicato al racconto d’autore, contribuisce con uno scritto che colpisce per efficacia, ironia e pulizia.

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creato:giovedì 4 giugno 2009
modificato:martedì 6 luglio 2010