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NUMERO 16: CAOS

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  • ISSN 1826-5367
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  • La luna di traverso
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Carlo Emilio Gadda affermava: io scrivo barocco perché la realtà è barocca. Come dire che non poteva farne a meno. È una bella sberla al Libero Arbitrio. Pensiamoci.

In fondo, basta non spargere la voce. Viviamo in mezzo al Caos. Lo percepiamo con ogni nostro senso. Compresi il sesto e il settimo. A volte ci spaventa. Altre ancora, ci diverte. Insomma, è indispensabile. Ne abbiamo bisogno per dimostrare a noi stessi che possiamo domarlo, piegandolo alla nostra volontà. Poi scopriamo che in mano non teniamo un bel niente. Succede. Però fa male alla nostra anima. Poi ci chiediamo perché ci sono tanti depressi in giro.

L’estensione del termine è ampia, onnicomprensiva. Abbiamo cercato di circoscrivere le innumerevoli accezioni, per fornire ai lettori/scrittori un minimo di percorso all’interno del quale muoversi senza perdere l’orientamento. Forse ci siamo riusciti. I racconti arrivati in redazione sono stati ben 240. Un dato confortante. Vuol dire che qualcuno ci segue. Che sei anni di vita a qualcosa sono serviti. Che a seminare, prima o poi, qualche frutto lo raccogli.

Il risultato è nelle pagine che seguono. Visioni Caotiche. Interpretazioni che privilegiano l’interiorità o l’esteriorità. Abbiamo la scena di un incidente stradale. Una persona perfettamente normale che entra in un bar e si mette a sforacchiare i clienti. Un dialogo fra un’aragosta e un uomo arti?ciale sull’entropia. Un’efficace rappresentazione di caos informatico. Un ragazzo di nome Andrea che spiega a una ragazza di nome Mizzy cosa sia il Caos. Un fumatore “smarrito” in terra d’Irlanda. Un piccolo guerrigliero che si chiede cosa ci sia fuori dall’accampamento. Un bambino che senza la mamma non sa proprio come fare.

Vorremmo anche menzionare tre piacevoli conferme. Tre autori presenti nella nostra antologia, I lunatici, che sono cresciuti e continuano a crescere insieme a noi. Daniela Raimondi ci offre le confuse percezioni di un io balbettante e confuso. Pietro Presti ci regala un ritratto incisivo e partecipe della sua città d’origine. Elvis Crotti, infine, ci mostra cosa succede quando il Caos entra a far parte della struttura stessa della narrazione. Proprio quest’ultimo racconto sarà analizzato dal nostro direttore Massimo Carta nella consueta “rubrica laboratorio”, appuntamento che ormai pensiamo possiate considerare qualcosa di veramente fisso. Non ci resta che invitarvi alla lettura di questo fascicolo. E ricordate quel che disse il grande Leo Longanesi: «Senta: le sue idee sono troppo chiare e precise. Ritorni un altro giorno, con più confusione in testa, con più estro».

Proprietà dell'articolo
creato:giovedì 4 giugno 2009
modificato:martedì 6 luglio 2010