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    Mancanza di senno, ma anche qualsiasi atto che dall’esterno venga visto o percepito come temerario e irragionevole
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    Times New Roman, font che comparve per la prima volta sul quotidiano britannico “The Times” il 3 ottobre 1932: un vero caposaldo della stampa
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    Fuggire da ciò che non ci appartiene, da una realtà che si considera ormai irrimediabilmente corrotta e corruttrice. Fuggire verso se stessi.
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NUMERO 13: SGUARDI

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  • ISSN 1826-5367
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  • La luna di traverso
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Effettivamente, in quest’ultimo numero della “Luna”, abbiamo lanciato qualche sguardo verso di voi e verso di noi. Quello più lungo ed incisivo l’abbiamo riservato al panorama dei giovani scrittori esordienti, di cui, al tredicesimo numero di questa rivista, siamo in grado di descrivere alcune caratteristiche.

L’elemento purtroppo più raro è la continuità: ci capita spesso di incontrare e pubblicare un bel racconto di autori alle prime esperienze che congiunturalmente producono un pezzo originale, mostrando una scrittura pulita ed uno stile fresco. Molto più raro, viceversa, è trovare un autore che garantisca una qualità alta per più uscite: difficilmente l’alchimia si ripete in più d’una occasione.

I pezzi che ci giungono dopo la pubblicazione di un primo bel racconto, sono inferiori al precedente, spesso deludenti e mai portatori di uno stile consapevole e coerente. A dire il vero, succede anche il contrario; ma i casi si contano sulle dita delle mani e quegli autori che con noi sono nati e di cui abbiamo apprezzato una qualità maturata nel tempo, pubblicano oggi per case editrici importanti. È con loro che la rivista raggiunge il suo scopo. È questo che ci piacerebbe incontrare più spesso: la tenuta di un autore nel tempo o, almeno, nell’arco di cinque o sei pubblicazioni. È come se, dopo essersi visti stampati, si creda che qualunque propria opera sia degna dello stesso trattamento e, nella foga di ripetere l’esperienza, si raffazzoni freneticamente un pezzo qualunque: basta pubblicare. Con questo secondo gruppo di autori, la Luna si fregia di pezzi interessanti, che restano, però, gemme isolate. Sul lungo termine, la scommessa è persa.

A loro vogliamo lanciare un messaggio: scrivete e riscrivete le vostre opere “seconde” e “terze”, limando, sgrossando e levigando a fondo con la stessa cura ed il medesimo affetto dedicato ai primi tentativi. Cercate di coltivare i punti di forza della vostra voce e del vostro stile che si va formando e tentate di ovviare ai piccoli inciampi.

Il secondo sguardo l’abbiamo, poi, rivolto a noi stessi, consolidando la consuetudine della rubrica laboratorio, che diventa sempre più il cuore pulsante della rivista, il suo manifesto e la sua dichiarazione d’intenti. Mi piace, in questo spazio, citare una frase che Enrico Cantino mette nella rubrica di questo numero: Un racconto che non sia capace di stimolare in chi legge uno straccio di suggestione, è stato scritto tanto per sgranchirsi le dita e prevenire l’artrosi. Lo spirito che ci guida nella scelta dei racconti si riassume proprio in queste parole. Per questo chiediamo agli autori (più o meno) esordienti di darci emozioni e comunicarci sensazioni: fateci essere fieri di pubblicare i vostri lavori oggi, domani e negli anni a venire, per costruire con voi un percorso che tenga e cresca nel tempo. Questo è il nostro scopo. Questo è il nostro piacere.

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creato:giovedì 4 giugno 2009
modificato:martedì 6 luglio 2010