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LALUNADITRAVERSO. Laboratorio di narrazioni- Esaurito
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Fuggire da ciò che non ci appartiene, da una realtà che si considera ormai irrimediabilmente corrotta e corruttrice. Fuggire verso se stessi.- Disponibile
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Fantasma è un'immagine creata dalla fantasia. Una visione poetica, legata all'intuizione artistica, ma anche una vera e propria allucinazione.- Disponibile
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NUMERO 11: PASSIONE
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- La luna di traverso
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E chi ha scritto, fotografato ed illustrato non ci ha deluso ed ha battuto davvero, se non tutte, molte delle strade che avevamo aperto. Colpisce il fatto che la passione si sia sfaccettata non solo nelle accezioni di sentimento amoroso e conturbamento dei sensi, ma anche, e soprattutto, nei riflessi più torbidi e forti della paura, del desiderio deviato e, perché no, abbia condotto a situazioni inverosimili e, a volte, giocose.
Ne è emersa una passione primitiva ed elementare. Di quelle che stringono lo stomaco e, ancor più, le viscere in un pugno forte e serrato. È questo il senso che cercavamo: è qui che ci siamo accorti che la passione è scesa più in basso, convivendo con gli istinti e gli impulsi primordiali. Privi dell’intenzionalità di investigare ulteriormente la contrapposizione romantica tra ragione e sentimento, volevamo capire cosa vuol dir oggi passione.
Ci siamo accorti che è ancora il motore di molto di ciò che si muove sotto il sole, che stravolge e modifica il corso di un’ora e di una vita intera. Se il sentimento è un elemento aereo, la passione si è mostrata non più come un fuoco, ma ha coinvolto le nostre pulsioni ataviche, è diventata terra e lava, un fiume che travolge e sommerge senza possibilità alcuna di essere contrastata da argini, che cadono come castelli di carte.
È lo stesso senso che intride il lavoro pittorico di Luigi Mor, che abbiamo pubblicato assieme alla rubrica di Federica Pasqualetti. Artista bresciano, che ha esposto in varie città, tra cui Udine, Brescia e Salisburgo, ci ha proposto un tema religioso che ben trasale il senso classico e biblico di passione di Cristo e ne afferra la carnalità ed il sangue che, seppur trasfigurando, restano ancorate alla materialità dell’umano, del terreno e del doloroso. Ci è, dunque, piaciuto prendere il lavoro di Mor come icona semantica di questo numero.
Siamo felici, poi, nel ripubblicare l’eleganza creativa di una nostra collaboratrice storica, Daniela Raimondi, che tocca col suo racconto i vertici espressi nel primo numero della rivista con “Sangue”. E che dire, poi, delle espressioni felici di altri che già ci avevano accompagnato in passato come Virgilio, Dagli Alberi o Cirillo. È in questa ottica che lavoriamo alla rivista. Per incontrare, per ritrovare esperienze che riteniamo importanti, espressioni e punti di vista originali che ci colpiscono sempre. Per ripetere l’alchimia fortunata di pubblicare e far conoscere autori come Gianluca Morozzi, Gabriele Dadati o Monica Pistolato, che volano oggi verso vette più elevate. È proprio nella ricerca di questi incontri che noi mettiamo tutto il nostro impegno, è proprio questa che noi riteniamo la nostra più grande passione.
Tutto questo introdotto da un testo raffinato e sorridente di Achille Campanile.
creato: | giovedì 4 giugno 2009 |
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modificato: | martedì 6 luglio 2010 |