È vasto, quasi sterminato, il campo dei racconti di Mario Colombi Guidotti. Un campo talora anche difficile da delimitare, e conosciuto solo in minima parte: le due raccolte uscite finora, entrambe postume, riportavano soltanto alcuni dei testi che l'autore parmigiano scrisse e pubblicò in vita. In questo volume s'è cercato di andare alla scoperta del resto, per lo più "nascosto" in periodici di mezza Italia: dai racconti pubblicati a diciannove anni sulla Gazzetta di Parma a quelli della maturità, che trovano spazio non solo sui quotidiani ma anche su riviste letterarie di prestigio.
L'orecchino, Un anno con Cate, La fuga e Il ciclostile sono solo alcuni tra i racconti più riusciti che, accanto a quelli descrittivi come Paesi d'Appennino e Divagazioni di campagna, rappresentano il laboratorio di una ricerca letteraria complesa e articolata. Si va così dalla prosa d'arte al "realismo" (sui generis) della lotta partigiana, da forme quasi da feuilleton ai tsti più fitzgeraldiani (passando per Proust, D'Annunzio, Nievo, bertolucci e tutti gli altri maestri), in un percorso che - visto in chiave cronologica - dà conto del lento e progressivo strutturarsi di uno stile: quello che trova nel Grammmofono la sua espressione più piena.