Anton Germano Rossi è un umorista ingiustamente dimenticato dal nostro secolo. Attivo già nel periodo fascista e soprattutto nel secondo dopoguerra, quando l’Italia aveva bisogno di ridere finalmente in libertà, delinea in poche righe mondi surreali e personaggi spiazzanti, come in Porco qui! Porco là!, raccolta delle sue migliori prove apparse su diversi giornali umoristici. Dotato di straordinaria inventiva, Anton Germano Rossi ha l’ammirabile capacità di costruire situazioni comiche e paradossali da contesti del tutto normali come un viaggio in treno, la richiesta dell’ora, una visita dal callista. Così capita che i vecchi vengano scaraventati dai finestrini con grande divertimento dei passeggeri e del controllore accondiscendente, che un signore dica l’ora alle due signorine formose facendo proposte indecenti, che il callista con moglie e candido pupo si divertano a martellare il callo della malcapitata signora con ingenuità diabolica. In queste pagine si realizza tutto ciò che a volte si vorrebbe fare ma che norme, e convenzioni morali e sociali proibiscono, si danno tutte le risposte folli e sconsiderate che spesso desideriamo dare per sfuggire al nostro ferreo autocontrollo quotidiano. Questo mondo contrario e sottilmente perverso si regge su una scrittura straordinaria: giocando semplicemente sui doppi sensi, è la nuda parola posta in un contesto straniante che sorprende, dando il tono e la leggerezza all’intero discorso. Lontano da un umorismo grasso o volgare, Anton Germano Rossi ci rende pagine che vanno oltre il cambiamento del nostro modo di ridere, facendo appello all’inarrestabile desiderio di rompere la seriosità e la maschera di persone perbene che ogni giorno, appena alzati, dobbiamo indossare.