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LA POLVERE SULL'ERBA

Una prova letteraria dalla potenza evocativa straordinaria, che incantò Mario Colombi Guidotti e Leonardo Sciascia

  • 978-88-8871-043-3
  • Bevilacqua Alberto
  • 2003
  • 168
  • Biblioteca Parmigiana del Novecento
  • Disponibile
  • € 4,90
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La polvere sull’erba, scritto nel 1955 da un Bevilacqua appena ventenne, è un romanzo che libera la prorompente forza iconica e narrativa di un giovane scrittore all’esordio. La cornice dell’opera è quel secondo dopoguerra in cui l’Italia cerca frettolosamente di riabilitarsi da un passato pesante e scomodo, facendo però leva su personaggi corrotti e dalla dubbia moralità. Il protagonista Giorgio Donati cerca, come un naufrago restituito alla civiltà, di trovare una nuova identità fra uomini che vogliono occultare col doppiopetto della rispettabilità il fango e il sangue di cui sono ancora imbrattati. Per un mondo che muore, coi suoi Strioni e Strolghe, un altro ne nasce: il mondo delle Imprese, dei Cavalieri del lavoro, dei Capintesta della Regione. Ma non tutti sanno adattarsi al cambiamento: come Giorgio, si aggirano fra le righe di questo romanzo personaggi prigionieri del loro passato, navigatori solitari e dimenticati. Marco Ridolfi il Colonnello Umano, Spiros il fascista, Merlìn ladro bugiardo, e su tutti i Disertori: mine vaganti che insanguinano il Triangolo Rosso, territorio fra Parma, Modena e Mantova, teatro di faide e regolamenti di conti “politici”. Una prova letteraria dalla potenza evocativa straordinaria, che incantò Mario Colombi Guidotti e Leonardo Sciascia, e pubblicata solo nel Duemila per i suoi scottanti contenuti, che bruciano ancora oggi.
Proprietà dell'articolo
creato:mercoledì 25 novembre 2009
modificato:mercoledì 27 gennaio 2010