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PENNY WIRTON E SUA MADRE
Romanzo, solo apparentemente, per ragazzi, Penny Wirton è l’altro versante di Casa d’altri
- 978-88-7847-302-7
- D’Arzo Silvio
- 2010
- 160
- Belle storie - Narrativa
- Esaurito
- € 13,00
Il 12 maggio del 1721 si solleva il sipario sulla Contea di Pictown. è Penny Wirton ad essere di scena. è poco meno che un ragazzo e ha sole tre cose: un vestito giallo, una madre che fa nascere i bambini e un padre al cimitero sulla collina. Questa è la sua storia, questa è la storia del suo giorno, della sua “seconda nascita”. Di come il bambino che fugge di casa per sottrarsi alla vergogna di non avere avuto un padre nobile, scopre le motivazioni, dopo sorprendenti peripezie, per tornare e ritrovare nell’amore della madre la dignità della propria condizione umana e sociale.
Romanzo, solo apparentemente, per ragazzi dalla lunga e tormentata gestazione – l’autore vi mise mano nel 1943 e terminò la terza redazione cinque anni dopo – Penny Wirton è l’altro versante di Casa d’altri. Non solo perché le due opere sono coeve ma perché si sono spartite l’autobiografia dell’autore.
Si farebbe loro torto a leggerle separatamente e soprattutto ritenere che i dati biografici possano ridursi ad elementi famigliari. Infatti la vita di Silvio D’Arzo – scrive Anna Luce Lenzi – fu una Vita letteraria, in cui romanzi, racconti e poesie si impastano a tutti gli elementi morali e psicologici dei giorni non numerosi dell’autore. è soprattutto in questa storia che abbon- dano i riferimenti personali: non è difficile riconoscere in Anna Wirton l’anziana madre dello scrittore senza padre e in Penny lo stesso D’Arzo. Ma è la trasfigurazione letteraria a rendere il libro un capolavoro per incantevole bizzarria in equilibrio sul filo di una im- maginazione che congiunge Kipling a Dickens, L’antologia di Spoon River al Lazzarillo de Tormes.
La narrativa per ragazzi non è quindi per D’Arzo un esercizio per la mano sinistra ma è una dichiarazione d’amore: “perché noi possiamo anche non amare noi stessi ma non potremo mai non amare la nostra fan- ciullezza e tutto ciò che fanciullezza vuol dire”. Così Pictown è una casa sull’albero, una provincia segreta in cui matura la spinta a scrivere, un’isola; e D’Arzo come Stevenson conosce il suo grande valore, “soprattutto quando si è bambini, malati e all’interno non ci sono che le nere strade di una vecchia città”.
creato: | venerdì 29 gennaio 2010 |
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modificato: | giovedì 13 settembre 2012 |