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libri

IL GRAMMOFONO

L'educazione sentimentale di un adolescente

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Una stanza in penombra di una villa nella collina parmense la ragazza è seduta sul pavimento accanto al grammofono; il canto malinconico di Lost in the fogg si diffonde nell'aria impregnata di fumo e di odore di whisky. Il giovane Enrico, protagonista de Il grammofono, si stringe al corpo di quella ragazza, smarendosi in un sentimento ambiguo: la meraviglia dell'abbandono e la paura di dovervi porre fine con un gesto deciso, quasi violento. Possedere o essere posseduti è l'eterno dilemma in cui si dibatte l'animo di Enrico che, alla ricerca di se stesso, percorre gli abissi vertiginosi  tracciati dalla Bellezza. Fuggendo Parma che mostra, ostile e perentoria, i segni distruttivi della seconda guerra mondiale, Enrico si rifugia negli abbracci di donne seducenti nella loro puerile ingenuità o sapiente fascino. I nomi di Lavinia, Anna e Renata vengono pronunciati con una voce incrinata dall'emozione: il giovane, Narciso mancato, non riesce ad imporsi esibendo il proprio meraviglioso corpo e scopre il bisogno di protezione e l'impossibilità di godere della solitudine che "gli sarebbe piaciuto conquistare, mentre se ne allontanava giorno per giorno come da un mito". Il filo di una profonda inquietudine adolescenziale irrisolta accomuna il destino di Enrico a quello dei personaggi dei due racconti, Impazienza e Vogliamo svagarci: tracce di una generazione che riflete il clima irrequieto del secondo dopoguera, spesso attratta da emozioni talmente estreme da risultare autodistruttive.
Proprietà dell'articolo
creato:mercoledì 25 novembre 2009
modificato:venerdì 5 febbraio 2010