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FRAMMENTI CRITICI

Un'occasione per combrendere la figura di Frye e le sue argomentazioni critiche

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La pratica del taccuino è vissuta dal celebre critico Northrop Frye come esercizio di scrittura privata, momento di riflessione che spesso si risolve in illuminanti e icastici aforismi.

Parte di un complesso di appunti su materiali eterogenei e policentrici (opere, schemi, lezioni, conferenze, saggi), i Frammenti critici diventano un’occasione per comprendere sia la figura di Frye, sia le sue argomentazioni critiche, rivelate qui nella loro fase embrionale.

Proiettati nella mente del critico letterario, ripercorriamo con lui situazioni autobiografiche e rapporti accademici, per ritrovarci infine a riflettere su alcuni concetti fondamentali della critica fryeiana stessa, tra cui mito (“microcosmo narrativo”), metafora (“microcosmo linguistico”) e linguaggio (“siamo soggetti che utilizzano il linguaggio oppure strumenti nelle mani del linguaggio?”).

Nato a Sherbrooke (Québec) nel 1912, dopo la laurea in filosofia e inglese nel 1933 Northrop Frye accede all’Emmanuel College dell’Università di Toronto come studente di teologia. Tra il 1936 e il 1938 viene ordinato pastore della Chiesa del Canada e completa gli studi di letteratura inglese al Merton College di Oxford; dal 1939 è assistente universitario ed entra ufficialmente nello staff accademico del Victoria College all’Università di Toronto, sino a divenirne Rettore nel 1978. Critico di fama internazionale – soprattutto dopo la pubblicazione di Fearful Symmetry nel 1947 e di Anatomy of Criticism nel 1957 –, Frye ha condotto studi letterari prevalentemente riferiti alla Bibbia e alla letteratura anglo-canadese. Tra questi ricordiamo The Well-Tempered Critic (1963), The Educated Imagination (1963), Fables of Identity (1963), The Modern Century (1967), The Stubborn Structure (1970), The Bush Garden (1971), The Critical Path (1971), The Secular Scripture (1976), Spiritus Mundi (1976), The Great Code (1982), The Myth of Deliverance (1983), Words with Power (1990) e, postumo, The Double Vision (1991). Frye muore nel gennaio del 1991. Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue e attualmente la sua riflessione critica sta attraversando una fase di rilettura soprattutto grazie alle recenti pubblicazioni di saggi inediti, corrispondenze, diari e taccuini teorici, promosse dal comitato scientifico del Northrop Frye Centre dell’Università di Toronto.

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creato:giovedì 4 giugno 2009
modificato:giovedì 13 settembre 2012