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ARTURO LORIA
Storia di un ebreo narrante
- 978-88-7847-217-4
- Tomasi Silvia
- 2008
- 216
- Belle storie - Saggi
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La biografia di uno dei più raffinati scrittori del nostro '900, maestro insuperato del genere breve e nel raccontare la negatività come un vero cannibale
Arturo Loria (Carpi 1902- Firenze 1957) esordì giovanissimo con tre raccolte di racconti: Il cieco e la Bellona, Fannias Ventosca e La scuola di ballo, pubblicate fra il 1928 e il ‘32, che lo imposero sulla scena letteraria, auspice Eugenio Montale, come uno dei più raffinati scrittori del nostro Novecento. “Maestro segreto” ancora oggi per gli scrittori ma non per il grande pubblico, Arturo Loria popola i suoi racconti di vecchie baldracche che ballano e che accompagnano ciechi, di ipnotizzatori, zoppi, girovaghi e ladri. Un mondo padano di reietti e marginali, oppressi da un senso di colpa che non offre orizzonti di speranza e redenzione. I personaggi dei racconti di Loria, vittime di un destino tragico e senza riso, sono narrati con un linguaggio che devitalizza il mondo e lo impaglia come il falco del racconto omonimo. Quella che emerge è una realtà chiusa, claustrofobica, incentrata sul dramma del momento, senza passato e senza futuro, in cui si vaga nel mondo come randagi senza una meta, dove l’incanto malato conduce verso l’ossessione, il sogno e la follia. Disincanto e lingua che portano all’impossibilità del racconto a diventar romanzo, anche quando l’autore è più picaresco, rendendo la figura di Loria a sua volta tragica e grottesca, ridotta a maschera di se stesso, o ghost writer di Berenson. Silvia Tomasi tesse con maestria la trama della vita di Loria, “ebreo narrante”, con grande passione e competenza, svelando finalmente i silenzi della parabola esistenziale e artistica dello scrittore carpigiano, maestro insuperato del genere breve, e abile nel “raccontare la negatività come un vero cannibale”. Una biografia critica che restituisce al grande pubblico un autore la cui opera segna indelebilmente la storia letteraria del Novecento. Guido Conti
Silvia Tomasi, nata a Trento, è studiosa di letteratura e arte fantastica. Tra i suoi saggi: La luce nell’abisso. Poetiche del sublime da Füssli a Turner (Cesati, Firenze 1989); Paper Hell. Carte infernali, in collaborazione con R. Barbolini (Transeuropa, Ancona 1991); Il Bello della Bestia. Saggi sulle esitazioni del Fantastico (Transeuropa, Ancona 1998).
creato: | giovedì 4 giugno 2009 |
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modificato: | giovedì 13 settembre 2012 |