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ALLORO DI SVEZIA
Le motivazioni del Premio Nobel per la Letteratura
- 978-88-7847-162-7
- Marcheschi Daniela
- 2007
- 115
- Belle storie - Saggi
- Disponibile
- €16,00
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A cura e con un saggio introduttivo di Daniela Marcheschi. Traduzione di Raffaella Giuliani
Come vedono gli altri la letteratura italiana? Un punto di vista critico come quello connesso al Premio Nobel non era stato ancora sondato nella sua più autentica realtà culturale, e le sorprese non mancano. Le poche frasi riportate dalla stampa in merito ai vincitori sono talora soltanto stralci, citazioni di poche righe dai discorsi-saggi che l’Accademia di Svezia formula per spiegare le proprie scelte.
Le motivazioni, qui riunite per la prima volta, sono scritte, non dimentichiamolo, da poeti, critici e autori di fama e cultura, capaci di leggere i testi in lingua e di inquadrare gli scrittori nella visione delle grandi tradizioni ed estetiche internazionali, spesso giudicate in Italia ai margini, se non addirittura “perdenti”, da una stanca e ripetitiva storiografia letteraria novecentesca.
Daniela Marcheschi, uno dei maggiori critici italiani, appassionata delle letterature europee e in particolare di quella svedese, commenta le motivazioni dei nostri Premi Nobel per la Letteratura e chiarisce le ragioni critiche, determinanti per la vittoria di Carducci, Deledda, Pirandello, Quasimodo, Montale e Fo. Ne deriva una interpretazione dirompente delle poetiche oggi prevalenti in Italia, spesso povere perché prive di quelle profonde prospettive che caratterizzano le tradizioni nella loro durata di presente, passato e futuro, e perché asservite a modelli televisivi e di largo consumo o alle proposte di certe avanguardie reputatesi con arroganza l’Inizio stesso della Storia letteraria. Il critico lucchese non solo contestualizza e illumina le molteplici opzioni dell’Accademia e dei suoi membri illustri, ma stimola anche e soprattutto a rileggere in modo insolito la letteratura italiana alla luce delle tradizioni europee, compresa quella umoristica, per rispondere alle complesse esigenze del presente e raccogliere la sfida di una effettiva costruzione del nuovo.
Mosso da una originale idea di “classico” e dalla consapevolezza problematica di un patrimonio culturale e antropologico, che la Svezia e l’Europa associano da sempre all’Italia, una delle colonne fondanti della cultura occidentale, questo libro è anche un invito per gli scrittori italiani a rientrare in possesso della nostra letteratura e a tentare strade formali meno battute. (Guido Conti)
Daniela Marcheschi è una italianista dagli ampi orizzonti interdisciplinari e con i suoi saggi, tradotti in varie lingue, ha contribuito al rinnovamento delle prospettive critiche contemporanee, anche curando i due Meridiani Mondadori delle Opere di Carlo Collodi (1995) e di Giuseppe Pontiggia (2004). Ha insegnato in diverse università italiane e straniere, fra cui Uppsala e Salamanca. Attualmente docente a Perugia di Antropologia delle Arti, ha insegnato a Firenze anche Lingue e Letterature Nordiche. Nell’ambito di questa disciplina (per cui collabora al supplemento domenicale del «Sole-24 Ore»), ha pubblicato traduzioni di Karin Boye, August Strindberg, Edith Södergran, Birgitta Trotzig e di altri autori svedesi, e saggi riuniti nel volume Una luce dal nord. Scritti scandinavi (1979-2000), Firenze, Le Lettere, 2001. Per il lavoro di traduzione e critica in campo scandinavistico, nel 2006 ha ricevuto il Tolkningspris dell’Accademia di Svezia.
creato: | giovedì 4 giugno 2009 |
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modificato: | giovedì 13 settembre 2012 |