Umorismo,
fede,
libertà. Sono questi i “segni distintivi” della figura e dell’opera - anche - di Giovannino Guareschi. Con quell’
anche, a indicare che
in lui, contrariamente a quanto accaduto per tantissimi altri scrittori, la letteratura era veramente come la vita. Dell’umorismo è intrisa tutta la vasta produzione guareschiana: dai primi scritti sui numeri unici della goliardia parmense, e quindi sul “Bertoldo”, alle ultime pagine giornalistiche apparse sul “Borghese”, sin quasi alla morte dell’autore, attraverso dunque l’esperienza del Lager nazista e della galera italiana, della rinata democrazia e della lotta politica per mantenere e sviluppare la riconquistata libertà.
L’umorismo può essere considerato il filo conduttore della sua opera. (
continua)
Da un pezzo, forse da sempre ho in testa un grosso prete e un grosso contadino della bassa parmense: su questi due personaggi ho scritto sul “Corriere della Sera”. Dato il clima politico di questo periodo non hanno Inoltre nel 1946 non hanno ancora l'aria adatta per vivere. Li porterò con me in campo di concentramento quando verrò catturato. (Guareschi A. e C., Chi sogna nuovi gerani?, op. cit., p. 208) Siamo alla vigilia del referendum. Pubblica su “Candido” a puntate il “Gazzettino di Raccapezza”. C’è un arciprete, don Patirai, che vorrebbe essere il suo pretone. C’è Peppone – detto Lenin – il fabbro comunista che vorrebbe essere il suo contadino capopopolo. Ma dopo quattro puntate tronca tutto: i due personaggi non assomigliano assolutamente ai suoi due. (
continua)
«Anche Don Camillo, come tutti i film, ha una storia segreta ed è utile raccontarla per evitare ai nostri lettori il fastidio di scriverci. Il fatto è che sono stati interpellati a suo tempo dai produttori tutti i migliori registi italiani, e nessuno ha accettato di dirigere il Don Camillo. Da Blasetti che ha rifiutato in modo simpatico e cordiale, a De Sica che ha rifiutato con cipiglio e con annesse dichiarazioni a “l’Unità”, a Camerini, a Zampa, tutti i migliori registi italiani – chi perché il film tirava in ballo i comunisti e chi invece perché il film tirava in ballo i comunisti – hanno risposto picche. A un bel momento il Partito Comunista intervenne nella lavorazione del film e accusò Duvivier di essersi fatto complice del reazionario autore del Don Camillo per denigrare i lavoratori emiliani. Ci fu un comizio con contraddittorio a Brescello seguito da un comizio assai più clamoroso tenuto dal Guareschi a Reggio Emilia allo scopo di sfidare i comunisti a provare le loro accuse. Non ci è permesso fare critiche preventive: soltanto i comunisti di Reggio Emilia hanno il diritto di criticare un film addirittura prima che venga girato.» (
continua)
Fin dalla sua nascita MUP Editore ha mostrato un legame speciale con gli scrittori e gli artisti del territorio parmense e, soprattutto, con Giovannino Guareschi, attraverso la pubblicazione di volumi sulla sua attività come scrittore, giornalista, vignettista. Dall'intensa attività della casa editrice sulla figura di Guareschi è nata un'intera collana di libri che ricostruiscono attraverso fotografie, illustrazioni e vignette l'opera di Giovannino. La collana comprende anche i cataloghi delle mostre create da MUP Editore nel 2008, in occasione del Centenario della nascita di Giovannino Guareschi. Consulta
i libri della collana Guareschi.