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- 978-88-7847-340-9
- Casamatti Giorgio
- 2010
- 127
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Giorgio Casamatti ci guida nei mutamenti che dal 1877, data della nascita del “giardino pubblico”, al 1948, anno rappresentativo per il passaggio verso la democrazia, ha attraversato Reggio Emilia. La progettazione del giardino diventa essenziale sia per collegare due nuovi poli industriali della Gardenia e della Stazione, sia per riempire il grande vuoto lasciato dalla cittadella. Per il giardino viene scelta una sistemazione di tipo neoclassico, con una disposizione regolare di vialetti ed aeree verdi. Al suo interno sono collocati i monumenti ai principali artisti reggiani, la fontana celebrativa per l’Abate Ferrari Bovini e l’altare dei Concordi, uno dei più importanti reperti di epoca romana rinvenuto in zona. Diverse le fotografie dell’epoca che mostrano, nelle adiacenze dei giardini, edifici profondamente mutati come il Foro Boario, la chiesa di S, Domenico e i Portici della Trinità.
I Giardini, diventano spesso, inoltre, scenario delle più importanti competizioni ippiche insieme ad altri eventi, come fiere, mostre e spettacoli teatrali, che richiamavano in città migliaia di persone. Importante punto di congiunzione tra la città e i giardini pubblici è il solenne monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale, la cui inaugurazione, come viene testimoniato da documenti fotografici, vide una straordinaria partecipazione popolare. Architettura di rilievo, da inserirsi armonicamente nel contesto dei giardini, inoltre, è quella dello “Chalet Diana”: lo spendido caffè realizzato nella seconda metà degli anni Venti sotto la supervisione dell’architetto Prospero Sorgato.
A partire dal 1860 il nuovo Regno d’Italia inizia a promuovere anche a Reggio la nascita di istituti superiori indispensabili per l’economia e l’industria nazionale ancora agli albori. Degno di nota, tra questi, ricordiamo l’Istituto Zootecnico Zanelli che ha contribuito alla modernizzazione dell’agricoltura della nostra provincia e non solo, formando generazioni di agronomi. Ampia è l’attenzione che il volume rivolge alle caserme: la Caserma Cialdini, in particolare, che per molti decenni ha ospitato truppe di nazionalità italiana e straniera, deve la sua importanza alla collocazione che permetteva di difendere alcuni dei principali accessi al centro storico.
Tra Otto e Novecento i viali della città diventano appetibili per le famiglie dell’alta borghesia che iniziano a edificarvi le loro “ville di campagna”: costruzioni caratterizzate da elementi tipologici legati al gusto dell’epoca. In questo ambito è possibile osservare la facciata di Palazzo Bedogni, contraddistinto da un ricco sistema decorativo che riprende i motivi floreali dell’Art Nouveau. Parallelamente all’ascesa del fascismo ecco che si sviluppano sul piano formale due tendenze diverse, l’architettura nazionalista e quella razionalista, il cui tentativo di mediazione è ben manifesto nella Casa del Fascio. A questa si aggiunge uno degli esempi più riusciti nel campo dell’architettura razionale reggiana: il palazzo residenziale in Via Isonzo caratterizzato, nelle sue finestre ad angolo, da una ripresa dell’opera contemporanea di Le Corbusier.
Architettura particolare negli elementi estetici che la compongono, situata nei sobborghi della città, è Villa Ottavi: edificio di chiara derivazione francese perfettamente inserito all’interno di un immenso parco all’inglese.
Reggio si fa, infine, scenario di importanti eventi storici: la visita di Vittorio Emanuele II nel 1860, fotografato durante la partenza dalla stazione di Reggio a Piazza Grande; la grande fiera dell’Esposizione Agricola del 1922, volta a rilanciare la produzione agricola e industriale cittadina piegata dalla crisi economica e l’arrivo in città di Mussolini nel 1926 che ringrazia i camerati locali per averlo sostenuto nei primi anni di lotte.
Attraverso le fotografie con cui Casamatti ci mostra dai danni provocati dai bombardamenti alla stazione di Reggio, avvenuti tra il 7 e l’8 gennaio del 1944; dai reggimenti partigiani che per primi hanno cacciato dalla città i nazifascisti; alla folla di fedeli accorsa alla Basilica per rendere omaggio alla Madonna della Ghiara, si conclude il secondo volume di Reggio com’era: un libro che invita riscoprire e a rivivere i punti più salienti della storia della nostra città.
creato: | venerdì 3 dicembre 2010 |
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modificato: | lunedì 6 maggio 2024 |