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LA FORZA DELLE ACQUE
Le grandi piene del Po e degli affluenti dal 1951 al 2000
- 978-88-7847-041-5
- 2005
- 120
- Artes
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La Bassa era paesaggio di paludi e acquitrini.
L’innalzamento degli argini, negli ultimi cinquant’anni, ha costruito un’architettura che rinnova la Bellezza della Natura stessa. Ma il grande fiume, se vuole, si riappropria del suo letto e non c’è argine che tenga, perché, dicono gli abitanti della Bassa, tra impotenza e rassegnazione, quando il Po vuole rompere rompe. E, quando tutto è finito, il paesaggio e la memoria degli uomini ricordano la devastazione delle piene: perché l’acqua non è solo fonte di sostentamento, simbolo di vita e di natura rigogliosa, ma è anche sinonimo di distruzione, di furia violenta che porta via.
Il fascino ammutolito che si prova di fronte alla forza della Natura, fatto di terrore e di stupore, di attesa e di speranza, rimane immutato nel tempo: la piena del 1951 fa vivere gli stessi sentimenti di quella altrettanto devastante del 2000.
Attraverso l’occhio fine di alcuni grandi fotografi, che hanno eletto il paesaggio fluviale a obiettivo privilegiato dei loro scatti questo libro vuole recuperare i volti, disperati o fiduciosi, della gente che si stringe attorno alle proprie paure e comincia a lottare contro il fiume, col fango, in una guerra atavica, di sfida e di rassegnazione, in una gara continua di solidarietà, dove il gruppo, il sentirsi figli di un’unica terra, fortifica pensieri e gesti. A dar voce alle fotografie, le parole di alcuni scrittori, tra cui Bevilacqua, Guareschi, Zavattini e Torelli. Tra le loro pagine risuonano le grida di aiuto e le attese silenziose, ma anche la gioia di un pericolo scampato. Quando l’acqua si ritira, il paesaggio desolato, infestato dai rottami, ha qualcosa di onirico, di fantastico. Camminando lungo le carraie invase poco prima da quattro o cinque metri d’acqua, sembra di attraversare una piscina vuota. Gli argini sono fangosi, l’acqua ha lasciato una poltiglia fertile, la potenza distruttrice restituisce la vita a ciò che è rimasto. Gli uomini tornano nelle loro case. Il fiume s’accuccia nel suo letto. Tutto torna tranquillo. I torrenti ricominciano a scivolare via placidi, composti, fino a dissolversi nelle canicole estive, occultandosi nella terra che attraversano nel profondo, lontano dal sole. L’ira del fiume si è sfogata, dopo il muggito dell’acqua torna il silenzio. Lontano si sente l’abbaiare d’un cane.
Fotografie di: Giovanni Amoretti, Angelo Boni Sforza, Luigi Briselli, Stanislao Farri, Giovanni Ferraguti, Giuliano Ferrari, Ezio Quiresi e Luigi Vaghi. Testi di: Mauro Adorni, Paolo Barbaro, Alberto Bevilacqua, Guido Conti, Giovannino Guareschi, Baldassarre Molossi, Giorgio Torelli, Cesare Zavattini.
creato: | giovedì 4 giugno 2009 |
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modificato: | lunedì 15 marzo 2010 |