Il primo tomo di uno straordinario volume fotografico che raccoglie gli scatti che Ezio Quiresi, lungo il corso della sua vita, ha dedicato alla sua città. Il primo tomo raccoglie le immagini scattate tra gli anni Sessanta e Settanta, fotografie storiche realizzate dalla mano esperta di un fotografo che ha girato l’Italia, e buona parte del mondo, come operatore fotografico del Touring Club Italiano, quando i mezzi a disposizione erano molto diversi da quelli di oggi. Affettivamente legato alle foto della sua città, sembra quasi che l’autore tra gli anni ’60 e ‘70 abbia abitato i tetti di Cremona: sono tanti gli scatti ripresi dall’alto da dove spiccano le tegole, le antenne delle tv, la neve caduta silenziosa e intatta nei mesi invernali, gli operai al lavoro. Sono istantanee di vita immediata e vissuta quelle che si incontrano sfogliando le pagine de La mia Cremona, i volti, le piazze, i monumenti, le strade: è un viaggio, rigorosamente in bianco e nero, nella vita piena e pulsante della città. Le emozioni di un angolo di strada, di uno scorcio del Duomo, la luce particolare che filtra da un arco. Sono tutti elementi che riportano indietro il pensiero a una dimensione diversa di tempo e città, fermo e immobile il primo, necessariamente diversa la seconda.

Non solo luoghi, i volti ritratti nelle foto contribuiscono a dare un’anima alla città e alle sue architetture, e allora ecco le scene e i visi del mercato, dei “personaggi tipici” di Cremona, e anche delle tradizioni cremonesi come le famiglie e le botteghe legate all’arte liutaia, con istantanee in fase di lavorazione e a prodotto finito e messo in opera. Un viaggio, ma anche una semplice passeggiata tra i borghi non potrebbe essere completa senza le parole a supporto delle immagini: dopo l’intervento dello stesso Quiresi, le fotografie sono corredate da testi di Guido Conti che accompagnano il lettore nelle sezioni del libro, ognuna corrispondente alle zone e ai “momenti” della città: il duomo, la neve invernale, le piazze, i mercati rionali, i personaggi e i volti dei cremonesi, i maestri liutai. Una galleria che, per usare le parole dell’autore scomparso lo scorso anno, “è un atto d’amore per la mia città”.