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libri

QUESTIONE DI SGUARDI: DIETRO L'OBIETTIVO

Il linguaggio cinematografico

  • 2008
  • 158
  • I Quaderni dell'Ulivi
Dietro l’obiettivo anziché davanti allo schermo È questione di sguardi. Sempre. Nella vita, nel cinema, nella scuola… oggi ancora di più. Occorre uno sguardo vivo, creativo, che riesca a catturare il mondo e a trasformarlo mentre lo racconta agli altri. Sperimentare: un’avventura del cuore e della ragione, senza paura, con obiettivi chiari e volontà di perseguirli. Nella vita, nel cinema, nella scuola… tutto chiama, attraverso sottili talora sorprendenti analogie, a una partecipazione nuova o comunque profondamente rinnovata, da costruire sull’ humanitas che è ancora la forza della tradizione dei licei italiani, anche scientifici, in modo da raccogliere e vincere le sfide della complessità del mondo contemporaneo. Anziché davanti allo schermo ci siamo messi dietro l’obiettivo di una vera cinepresa organizzando il ciclo narrativo, esecutivo, produttivo di un breve film, tecnicamente detto cortometraggio, cercando di mutare i punti di vista e la prospettiva consueta del laboratorio di cinema a scuola. Abbiamo portato la realtà nella finzione (chiamando i ragazzi a conoscere direttamente come un regista lavora sul set) e la finzione nella realtà (inventando una storia dove i ragazzi vi hanno trasferito i loro ambienti, un po’ della loro vita, le loro vere emozioni e preoccupazioni); si sono anche proiettati con lo sguardo tra presente (il 2008, i loro 18 anni), passato (Seneca e la lezione di Latino; l’11 Settembre 2001 – ormai storia, ma vissuta contemporaneamente a loro) e futuro (2018… e oltre): nel titolo del corto abbiamo giocato con i piani temporali, ponendo però con chiarezza i temi della libertà nel tempo della storia (individuale e collettiva) e della memoria. Il dovere civile di esercitarla. Scuola e cinema hanno saputo poi innescare sorprendenti sinergie: nella voglia di raccontarsi e di narrare ci si mette alla prova, ci si guarda, si cresce. Conquistati dal cinema, ci siamo girati indietro, come il piccolo Totò di Nuovo cinema Paradiso, a guardare la bocca del leone per scoprire come facciano a uscire di lì, e con quella sorprendente suggestione, tutte quelle storie… per vedere oltre, per saper vedere in quella magia della luce e delle immagini in movimento che costruiscono sogni e mondi e proiezioni di sé, perché la sua immaginazione di bambino sa trovarli… E come ne La rosa purpurea del Cairo, alla ricerca del “bello, buono, vero”, siamo entrati dentro lo schermo…ma non era più finzione era appunto vero! Questo aspetto più di ogni altro si è impresso negli studenti. Solo lo stupore conosce; la capacità di porsi domande sull’io, la realtà, la sua rappresentazione e le modalità per possederla pienamente entro un sapere disciplinare che diventa un punto di vista sulla realtà. Così è stato per il linguaggio cinematografico appreso in questo modo. Questione di sguardi. Dietro l’obiettivo (lo porto all’attenzione degli insegnanti attraverso il contributo di pedagogia e di metodo del prof. Mazzeo che ci propone una scuola non staccata dal tempo della vita) c’è quindi una scuola dove i saperi sono una disciplina il cui senso, continuamente proposto e sperimentato (qui sta anche il discorso scientifico che va oltre il linguaggio filmico), e “in una compagnia di lavoro su obiettivo”, come dice l’autore, soddisfa la ragione umana. Per sua natura è ricerca, e soddisfa poiché il centro è nella persona.

Maria Cristina Cabrini

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creato:giovedì 4 giugno 2009
modificato:venerdì 12 marzo 2010